Immaginiamo una situazione tipo: siete a Milano, avete
qualche ora libera, e non sapete che cosa andare a vedere.
Bene. Ciò che vi sconsiglio vivamente è di perdere tempo per
andare fino alla Fondazione Forma (http://maps.google.it/maps?client=safari&rls=en&oe=UTF-8&redir_esc=&um=1&ie=UTF-8&q=fondazione+forma+milano&fb=1&gl=it&hq=fondazione+forma+milano&cid=0,0,10794279853308069658&sa=X&ei=uMlKUZLDGcS-O8OGgagK&ved=0CBwQtQMwAA) per vedere la mostra Fashion. (http://www.formafoto.it/_com/asp/page.asp?g=m&s=c&l=ita&id_pag=%7B564E8226-CCDE-41A4-B32F-03AAAAC60E53%7D).
Tempo sprecato.
Non che le fotografie in esposizione non valgano la pena in
sé, è piuttosto il criterio con il quale è stato architettato l’intero percorso
espositivo a lasciare un po’ a desiderare. Gli archivi Condé-Nast concedevano
ben più ampi spunti dai quali partire per esplorare l’universo della fotografia
di moda in un intero secolo: il Novecento. E invece ad essere andate in mostra
sono sempre le solite firme, con i soliti celeberrimi scatti, principalmente
risalenti agli anni settanta e ottanta. Talmente famosi e pubblicatissimi da
rendere quasi superflua una mostra loro dedicata. Anche perché in rarissimi
casi si trovano esposte le pellicole originali, e per lo più si tratta di
ristampe.
La prima sezione dell’esposizione, quella che tratta il
primo periodo durante il quale la rivista Vogue fu assorbita dal gruppo
Condé-Nast, è a mio parere la più meritevole, perché mette in luce una
sperimentazione ormai lontana dal nostro modo ‘patinato’ di concepire il
servizio di moda. Artisti a tutto tondo quali, fra i tanti, anche Man Ray
collaborarono con Vogue, per photoshooting che contribuirono a cambiare le
regole tanto dei servizi di moda quanto della storia della fotografia. È anche
vero però che a tale interessante periodo di sperimentazioni la mostra dedica
solo qualche breve accenno introduttivo, trasferendo poi l’attenzione sulla
seconda metà del secolo.
Decisamente più interessanti sono invece gli scatti di Alfa
Castaldi alla Galleria Sozzani (http://www.galleriacarlasozzani.org/#/exhibitions/9).
A parte il fatto che il solo entrare a 10 Corso Como è un’esperienza
assolutamente da provare, la mostra è ampia e ben documentata, corredata da
un’introduzione della moglie del fotografo, Anna Piaggi, che aiuta già ad
inquadrare il criterio che è servito da spartiacque per la cernita delle opere
da esporre, nella vasta produzione di Alfa Castaldi: la moda.
Se infatti egli fu artista eclettico, ed iniziò la carriera,
divenuta ben presto prepotente passione, dedicandosi ai reportage, l’incontro
con Anna Piaggi arricchì i suoi interessi professionali. Si dedicò alla moda
senza dimenticare le sue origini. Ne nacque una sintesi del tutto peculiare, a
metà tra il reportage e il servizio fotografico inteso in senso più classico. I
lavori scaturiti da queste fertili commistioni di mondi, apparentemente così
inconciliabili tra loro, sono a tutt’oggi fonte inestinguibile di ispirazione,
non solo per la nuova fotografia di moda, ma anche per il visitatore stesso.
Ragion per cui consiglio vivamente di andare a vedere l’esposizione in corso,
aperta ancora fino al 30 di Marzo.