Si è conclusa due giorni fa la mostra La Seduzione dell’Artigianato. Ovvero: il bello e ben fatto (5/12/12 – 10/02/13), tenutasi presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, con sede a Roma, Piazza G. Marconi 8, Eur.
L’esposizione voleva essere un elogio all’alto
artigianato di moda made in Italy.
L’allestimento, che occupava uno dei saloni principali della sede del museo,
spaziava dai grandi nomi di designer italiani che hanno fatto la storia della
moda internazionale – senza tener conto che alcuni di essi si fossero
trasferiti all’estero, e considerandone solo i natali per annoverarli tra le
glorie di casa nostra – ai giovani designer emergenti di istituti privati, tra
i quali per numero spiccavano i rampolli dello IED di Roma. (Pura e semplice
casualità? Comoda vicinanza, o calcolo pubblicitario dell’offerta formativa
della capitale?)
Da studentessa (oltre che appassionata) di Moda
vorrei spendere due parole circa l’organizzazione dell’evento in sé, senza
entrare troppo nel merito delle scelte curatoriali della mostra.
La mia totale approvazione – e gratitudine – va
all’agevolazione rivolta agli studenti di arti, per i quali l’ingresso alle
aree espositive, comprese quelle museali permanenti, era gratuito.
Bene anche alla scelta di installare sensori per
l’accensione dell’illuminazione esclusivamente al passaggio dei visitatori,
così da contribuire al risparmio energetico.
A tutto ciò però si contrappongono: una scarsissima
pubblicità all’evento ed un’ancor minore chiarezza delle indicazioni per
raggiungere la sede espositiva. (Nel recarmi a visitarla infatti, mi capitò di
chiedere delucidazioni per raggiungere la sede del museo a più di un locale, e,
nello stesso quartiere dell’Eur, sembrava che nessuno ne conoscesse l’esatta
ubicazione.)
Inoltre, anche una volta raggiunto il Centro
Demoetnoantropologico, il visitatore è quasi completamente lasciato a se
stesso.
Il personale di servizio alla biglietteria/portineria
è molto gentile ma dispone di assai limitati mezzi per agevolare le richieste
del pubblico. Una qualsivoglia brochure informativa non esiste, né per le
collezioni permanenti, né per le esposizioni temporanee. Tanto meno vi è la
possibilità di acquistare un catalogo esplicativo delle opere in mostra, che
sembra non essere nemmeno mai stato pubblicato, a quanto mi è fu riferito dai
custodi.
Eppure, quanto meno nel caso della mostra La Seduzione dell’Artigianato. Ovvero: il
bello e ben fatto, gli sponsor, tra i quali lo stesso Ministero della
Cultura, abbondavano.
A questo punto mi chiedo: ma se i fondi del
bellissimo Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari sono talmente
ridotti da non permettergli di promuovere adeguatamente le sue stesse
collezioni e mostre, invece di garantire la gratuità dell’entrata a date
categorie (che non avranno comunque la possibilità di usufruire di tali
vantaggi non avendo nemmeno occasione di venire a conoscenza di tali eventi!),
non sarebbe invece meglio che facesse pagare l’entrata indiscriminatamente, e
con il ricavato si autofinanziasse?
Ai fini di un miglior servizio, credo nessuno
obbietterebbe un piccolo sacrificio.
Ecco qualche foto dell'esposizione. A cui era consentito scattare a volontà...