Perché proprio Blue Monday Vodka?

Non vi capita mai, il lunedì mattina, di lasciar suonare la sveglia per ore prima di trovare la forza di alzarvi?
Tutto gioca a vostro svantaggio: il doposbornia vi attanaglia dal weekend, il tepore delle coperte certo non aiuta, il lavoro che vi aspetta, il caffè che è finito giusto ieri...
Blue Monday Vodka: la valida alternativa al cordiale del lunedì ore 7:00

martedì 12 febbraio 2013

ELOGIO AL MADE IN ITALY




Si è conclusa due giorni fa la mostra La Seduzione dell’Artigianato. Ovvero: il bello e ben fatto (5/12/12 – 10/02/13), tenutasi presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, con sede a Roma, Piazza G. Marconi 8, Eur.

L’esposizione voleva essere un elogio all’alto artigianato di moda made in Italy. L’allestimento, che occupava uno dei saloni principali della sede del museo, spaziava dai grandi nomi di designer italiani che hanno fatto la storia della moda internazionale – senza tener conto che alcuni di essi si fossero trasferiti all’estero, e considerandone solo i natali per annoverarli tra le glorie di casa nostra – ai giovani designer emergenti di istituti privati, tra i quali per numero spiccavano i rampolli dello IED di Roma. (Pura e semplice casualità? Comoda vicinanza, o calcolo pubblicitario dell’offerta formativa della capitale?)

Da studentessa (oltre che appassionata) di Moda vorrei spendere due parole circa l’organizzazione dell’evento in sé, senza entrare troppo nel merito delle scelte curatoriali della mostra.
La mia totale approvazione – e gratitudine – va all’agevolazione rivolta agli studenti di arti, per i quali l’ingresso alle aree espositive, comprese quelle museali permanenti, era gratuito.
Bene anche alla scelta di installare sensori per l’accensione dell’illuminazione esclusivamente al passaggio dei visitatori, così da contribuire al risparmio energetico.
A tutto ciò però si contrappongono: una scarsissima pubblicità all’evento ed un’ancor minore chiarezza delle indicazioni per raggiungere la sede espositiva. (Nel recarmi a visitarla infatti, mi capitò di chiedere delucidazioni per raggiungere la sede del museo a più di un locale, e, nello stesso quartiere dell’Eur, sembrava che nessuno ne conoscesse l’esatta ubicazione.)
Inoltre, anche una volta raggiunto il Centro Demoetnoantropologico, il visitatore è quasi completamente lasciato a se stesso.
Il personale di servizio alla biglietteria/portineria è molto gentile ma dispone di assai limitati mezzi per agevolare le richieste del pubblico. Una qualsivoglia brochure informativa non esiste, né per le collezioni permanenti, né per le esposizioni temporanee. Tanto meno vi è la possibilità di acquistare un catalogo esplicativo delle opere in mostra, che sembra non essere nemmeno mai stato pubblicato, a quanto mi è fu riferito dai custodi.
Eppure, quanto meno nel caso della mostra La Seduzione dell’Artigianato. Ovvero: il bello e ben fatto, gli sponsor, tra i quali lo stesso Ministero della Cultura,  abbondavano.
A questo punto mi chiedo: ma se i fondi del bellissimo Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari sono talmente ridotti da non permettergli di promuovere adeguatamente le sue stesse collezioni e mostre, invece di garantire la gratuità dell’entrata a date categorie (che non avranno comunque la possibilità di usufruire di tali vantaggi non avendo nemmeno occasione di venire a conoscenza di tali eventi!), non sarebbe invece meglio che facesse pagare l’entrata indiscriminatamente, e con il ricavato si autofinanziasse?
Ai fini di un miglior servizio, credo nessuno obbietterebbe un piccolo sacrificio.

Ecco qualche foto dell'esposizione. A cui era consentito scattare a volontà...