Perché proprio Blue Monday Vodka?

Non vi capita mai, il lunedì mattina, di lasciar suonare la sveglia per ore prima di trovare la forza di alzarvi?
Tutto gioca a vostro svantaggio: il doposbornia vi attanaglia dal weekend, il tepore delle coperte certo non aiuta, il lavoro che vi aspetta, il caffè che è finito giusto ieri...
Blue Monday Vodka: la valida alternativa al cordiale del lunedì ore 7:00

sabato 9 febbraio 2013

THE LITTLE BLACK JACKET





Istantanea di una delle pareti dell’esposizione parigina della mostra itinerante “The Little Black Jacket - Photos by Karl Lagerfeld”, a cura di Carine Roitfeld e Karl Lagerfeld.  Parigi, Grand Palais, dal 10 al 25 Novembre 2012.
La mostra “The Little Black Jacket”, curata da Carine Roitfeld e da Karl Lagerfeld è un interessante esperimento volto a promuovere uno dei grandi classici di Coco Chanel: la giacca tailleur di tweed, nelle sue versioni rivisitate dallo stesso Lagerfeld negli anni della sua conduzione del marchio Chanel.
Non si tratta affatto di un’opera di banale autopromozione come potrebbe erroneamente sembrare di primo acchito, o per lo meno non si limita solo a questo.
Nessuno sembra ancora essere stato in grado di prescindere dal definire la Giacca Chanel quale: ‘evergreen’, ‘must have' o ancora ‘un classico senza tempo’.
Concepita da Coco Chanel nel 1954, la Little Black Jacket è elegante nel suo tessuto di tweed nero, con la spalla morbida e le maniche attillate, bilanciata da un’invisibile catena di metallo, tanto cara a Chanel, che ha una doppia funzione: quella di tenere in forma la fodera di pura seta e rifinire con un dettaglio di classe i bordi inferiori del capospalla, al posto della più convenzionale passamaneria; così da sostituire un classico della maison, con un tocco di brio, che, se pur non ne abbassa il carattere sobrio ed elegante, si presta maggiormente ad essere abbinata anche in outfit meno formali.
Da tali premesse Karl Lagerfeld e Carine Roitfeld hanno creato una sorta di antologia, attraverso le iconiche foto scattate dallo stesso direttore artistico del brand, sintetizzando il capo in 113 scatti d’autore, rappresentanti altrettanti differenti versioni della stessa giacca.
E qui anche i testimonial d’eccezione si sprecano, tanto che qualcuno ha azzardato una leggera critica all’allure autocitazioni sta delle foto esposte, che, a ben vedere, sembrano scimmiottare un poco una sorta di moderna Versaille chiusa in se stessa. I noti personaggi dello star system internazionale ritratti nei vari servizi fotografici che giganteggiano alle spoglie pareti nella cornice del Grand Palais sono davvero lì per recitare solamente il ruolo secondario di testimonial, prestandosi al giogo del mondo della moda, o piuttosto accade il contrario?
Scattando patinatissimi photoshooting – rigorosamente in black&white, unico tocco d’autore che rimanda all’inconfondibile firma di Lagerfeld - ad attrici, musicisti ed artisti, nonché supermodels, non c’è il rischio che il visitatore medio non colga il tributo ad una pietra miliare della storia del design di moda deviando la sua attenzione sul personaggio in sé, alla stregua di un banale tabloid?
L’interrogativo è aperto. Specialmente alla luce delle inaugurazioni della medesima mostra a Londra e Berlino, ampiamente contestate per il loro carattere frivolo di ‘vip party’, dove invece l’intento iniziale della mostra sembrava essere una meritata celebrazione dell’eleganza e dello stile Chanel.
Ma in fin dei conti, anche male, purché se ne parli, perché infine tutto sembra ricondurre ad un riuscitissimo passaparola pubblicitario, che ha portato i visitatori ad una stima di 300.000 solo nei primi giorni dell’esposizione, complice la gratuità dell’accesso e le cornici espositive di forte richiamo culturale (il Grand Palais a Parigi e i tunnel dismessi della metropolitana sotto Potsdamer Platz a Berlino).
Infine, a garantire una nutrita schiera di fedelissimi, sarebbe bastato anche solo l’irrinunciabile souvenir da veri addicted: il poster in omaggio – a scelta tra le tre foto più rappresentative della mostra – consegnato a tutti i presenti all’inaugurazione parigina da eleganti maschere in abito scuro Chanel. La classe non è acqua.
E poi, inutile negarlo, restano pur sempre delle gran belle foto, che meritano fino all’ultimo centesimo i ben 78 euro richiesti per il corposo catalogo, rigorosamente griffato Karl Lagerfeld.