Perché proprio Blue Monday Vodka?

Non vi capita mai, il lunedì mattina, di lasciar suonare la sveglia per ore prima di trovare la forza di alzarvi?
Tutto gioca a vostro svantaggio: il doposbornia vi attanaglia dal weekend, il tepore delle coperte certo non aiuta, il lavoro che vi aspetta, il caffè che è finito giusto ieri...
Blue Monday Vodka: la valida alternativa al cordiale del lunedì ore 7:00

venerdì 22 febbraio 2013

TUTTO IL MONDO SI OCCUPA DI MODA...

Ultimamente sembra che tutto il mondo si occupi di moda. È di moda essere blogger/giornalisti di moda, a quanto pare.
Ma allora, chi la moda la studia davvero, che speranze ha di occuparsi davvero della sua materia, se poi hanno successo solo le eterne studentesse di legge alla Bocconi - ogni riferimento a cose o persone realmente esistenti è puramente casuale - che vengono letteralmente incensate dal pubblico per aver postato null'altro che ridondanti foto auto-celebrative?
Forse per diventare fashion blogger bisogna tassativamente essere narcisisti ed egocentrici, e poco importano le reali competenze in materia...


Fatto sta che, a monte, il malinteso è più complesso.

Blog a parte, l'Italia in generale sembra non avere ancora le idee chiare in fatto di studi e giornalismo di moda. E forse anche sul giornalismo in generale, visto e considerato che siamo l'unico paese che non prevede la necessità di una laurea per essere iscritti all'albo dei giornalisti...
C'è chi si è formato le ossa sul campo (come tutte le nostre firme storiche del giornalismo), sui quali, tanto di cappello, non ho nulla da ridire, se non che ormai sono rimasti in ben pochi.
la maggior parte di chi, al giorno d'oggi, si occupa di giornalismo di moda, fa parte di una selva indistinta di amatoriali scribacchini che considerano l'argomento come troppo frivolo perchè gli si dedichi tempo in studi approfonditi, e troppo poco filosofico per essere preso sul serio. Ne consegue che i commenti circa quella o quell'altra sfilata siano sempre superficiali e poco incisivi. Le parole vengono sprecate nella descrizione degli astanti e delle celebrità presenti allo show, mentre degli abiti si fa solo un breve accenno.
A farla da protagonista sono le foto. E per fortuna! Almeno quelle sanno essere tanto più esaustive quanto più attento è l'occhio che le esamina.
E allora viva The Sartorialist! Che in questa giungla di inesperti critici (improvvisati per la maggior parte) è l'unico che regala uno squarcio oggettivo ed attento sull'argomento.